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Follia, sorella fragile della poesia

La serie tv “Tutto chiede salvezza”: prima parte dell’intervista a Daniele Mencarelli

🔊 Puntata 839


Follia, sorella fragile della poesia
839: Follia, sorella fragile della poesia

Avevamo intervistato lo scrittore Daniele Mencarelli in occasione della pubblicazione del romanzo “Tutto chiede salvezza”, un testo dai tratti autobiografici che parla di salute mentale e che ha ottenuto notevoli riconoscimenti come il premio Strega Giovani 2020. Nel frattempo Netflix ha prodotto una serie televisiva tratta dalla sua opera e alla quale ha egli stesso collaborato nella stesura della sceneggiatura. Allora l’abbiamo intervistato nuovamente.

Questa è la prima di due puntate che abbiamo dedicato alla serie “Tutto chiede salvezza”. Abbiamo chiesto a Mencarelli di parlarci del processo mediante il quale un libro viene tradotto in serie tv e quali problemi si affrontano durante la produzione. C’è il rischio di perdere complessità o temi che vengono sviluppati all’interno del romanzo? L’autore a questo proposito dice: “sono stato fortunato perché a me interessavano, della serie, dei nuclei che non sono stati violati. Il primo è quell’economia umana relazionale che c’è nella stanza [del reparto psichiatrico di Diagnosi e cura] che rimane invariata tra romanzo e serie”. E com’è l’ambientazione rispetto al libro? Mencarelli ribadisce la fedeltà con cui è stata riprodotta: “quando l’ho vista per la prima volta mi sono commosso perché era identica a una stanza a sei letti di qualsiasi ospedale pubblico italiano.”

La serie ha provocato una notevole discussione tra i redattori che l’hanno vista e potrete ascoltare i loro pareri nella seconda puntata. Nelle parole di Mencarelli c’è uno spazio importante riservato anche alla poesia e ascoltando la puntata scoprirete il motivo. Così come alla poesia delle donne nei paesi arabi e mediorientali è dedicato regolarmente, da qualche settimana a questa parte, l’incipit della puntata di Psicoradio.

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