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Evasioni di poesia, cinema e teatro

Parliamo di Cinevasioni e dello spettacolo “Freud e il caso di Dora”

🔊 Puntata 838


Evasioni di poesia, cinema e teatro
838 Evasioni di poesia, cinema e teatro

“Se anche un solo film serve a sopportare meglio una condizione di disagio allora l’obiettivo è stato raggiunto”, spiega Filippo Vendemmiati, giornalista e direttore artistico del progetto Cinevasioni, il festival del cinema in carcere di Bologna, che riparte dopo alcuni anni di stop dovuti alla pandemia ribattezzandosi Cinevasioni.edu. L’obiettivo è portare il cinema in luoghi dove normalmente non si potrebbe assistere a una proiezione come il carcere della Dozza e l’Ospedale Maggiore. Vendemmiati ci ha raccontato che i detenuti hanno chiesto di evitare film sul carcere e hanno fortemente voluto qualcosa di divertente come il tragicomico Fantozzi perché rappresenta una metafora per gli stessi detenuti che vivono nella privazione delle propria libertà.

Cecilia Menetti, studentessa del Corso Doc di Bologna crede che sia “una bella opportunità di scambio per tutti perché si può imparare gli uni dagli altri”. Cinevasioni prevede tante iniziative con proiezioni in diversi luoghi fino al mese di maggio per cui vi rimandiamo al sito .

“Dora si rifiutava di rimanere da sola col signor K e raccontò alla madre, perché essa lo riferisse al padre, che durante una passeggiata, dopo una gita sul lago, il signor K si era permesso di farle delle proposte amorose. L’accusato negò nel modo più assoluto.” Lo spettacolo teatrale “Freud e il caso di Dora”, messo in scena cinquant’anni fa dallo scomparso drammaturgo, regista teatrale e fondatore del Teatro delle Moline Luigi Gozzi, ritorna nello storico teatro bolognese. Va in scena fino al 12 febbraio, con la regia di Marinella Manicardi. E così chi va a vederlo saprà cosa è successo a Dora, rimasta sola con il signor K. Non vi riveliamo altro per non spoilerare troppo.

In apertura ricordiamo anche in questa puntata le tante donne che subiscono violenze fisiche e morali in diversi paesi. In Afghanistan esistono tante poetesse anonime, una ribellione poetica portata avanti attraverso i Landay, brevi poesie talvolta di soli due versi che al giorno d’oggi sono strumento clandestino di dissidenza e resistenza.

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