Idee da scardinare
Una riflessione su come i media hanno trattato recenti episodi di cronaca che hanno a che fare con la salute mentale
🔊 Puntata 754
“Pensare è molto difficile, per questo la maggior parte della gente giudica. La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette non ha modo di esprimere continuamente dei giudizi”. (C.G.Jung)
A Jung abbiamo da poco dedicato due puntate con la guida della psicanalista Laura Maria Becatti, che ci ha reso più chiaro ed attuale il pensiero junghiano calando i concetti di estroversione ed introversione nel periodo del lockdown. E la citazione di Jung sulla differenza tra riflessione e giudizio, e sul perchè tanto spesso le persone – e i media! – giudicano senza fermarsi a pensare, ci è sembrata adattissima al tenore di molti titoli ed articoli di questi giorni. Ancora una volta, infatti, In redazione ci siamo trovati a ragionare su come i giornali hanno trattato alcuni recenti fatti di cronaca violenta che in qualche modo hanno a che fare con la salute mentale.
È il caso dell’omicidio di Chiara Gualzetti, sedicenne uccisa a Monteveglio, in provincia di Bologna. A confessare è stato un coetaneo che Chiara frequentava, e che durante l’interrogatorio ha dichiarato agli inquirenti di “aver ucciso per placare le voci che sentiva nella sua testa”. Ci ha colpito, tra l’altro, il fatto che sui social (e non solo) venga dato per scontato che quella delle “voci” sia una scusa, un alibi, senza cercare di approfondire se davvero dietro quel gesto ci fosse un disagio non curato. “Voci cattive lasciate sole” e’ il titolo di una nostra puntata di molti anni fa. Sottolineava che anche le voci “cattive” possono essere affrontate e governate, mentre ciò che può risultare pericoloso è soprattutto lasciar sole le persone che stanno male.
E questo ci riporta a un altro fatto: la strage di Ardea, vicino a Roma, dove un uomo armato ha ucciso due bambini e una persona anziana, e poi si è tolto la vita. L’omicida era stato sottoposto ad accertamento sanitario per aver aggredito la madre, ma non risulta che fosse in cura presso i centri di salute mentale. I redattori di Psicoradio commentano come ancora una volta i titoli dei quotidiani (“Allarme pazienti psichiatrici”) troppo spesso generalizzano: “non tutti quelli che vanno da uno psichiatra o sono seguiti dal CSM sono potenzialmente pericolosi”. “Quando si è da soli – malati o meno – è molto più facile che non si riesca a contenere le pulsioni più violente, le parti peggiori di sé. E ricordiamo il lavoro e i magnifici risultati della psicanalista Valcarenghi nelle carceri milanesi con le persone che avevano commesso violenze” ha commentato Cristina. Purtroppo, però, dice un redattore “anche se sappiamo che la violenza è diffusa in tutta la società, rimane l’idea di fondo che ci siano alcune categorie che sono più pericolose di altre – soprattutto chi ha un disturbo psichico – e questa idea va scardinata”.