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Il girotondo della vita continua


Il girotondo della vita continua
Puntata 193

 

Tra guerre ed evoluzioni

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Questa primavera sboccia con la morte che inevitabilmente la guerra porta, e visto che Psicoradio non vive in una bolla di vetro ma nella realtà di tutti giorni, questa puntata inizia una poesia dedicata alla distruzione che ogni guerra porta.
La voce di Lella Costa, attrice amica della radio della mente, legge “La fine e l’inizio” di Wislava Szymborska.

 

Dopo ogni guerra
c’e’ chi deve ripulire.
In fondo un po’ d’ordine
da solo non si fa.
C’e’ chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C’e’ chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati…
Non e’ fotogenico
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia’ partite
per un’altra guerra…
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.

Nella seconda parte della puntata gli Psicoredattori intervistano Loris Muzzi, storico infermiere psichiatrico, testimone delle due epoche,prima e dopo Basaglia.

Muzzi, oggi direttore del SATER, Servizio assistenziale tecnico riabilitativo DSM, spiega quanto la legge 180 abbia mutato il rapporto tra pazienti psichiatrici e istituzioni, riconoscendo ai primi il ruolo di cittadini titolari di diritti. “Nei manicomi i pazienti erano in pigiama, noi infermieri in camice bianco, ora siamo entrambi in borghese e dobbiamo instaurare un rapporto dove è importantissima la fiducia reciproca.”

Attraverso la voce di Loris Muzzi Psicoradio da parola ad una delle grandi evoluzioni di cui la nostra società è stata protagonista: la chiusura dei manicomi e la liberazione dei pazienti psichiatrici. Psicoradio, partecipando al concorso indetto da Popolare Network in occasione della mostra dedicata a Fabrizio De Andrè, segnala la canzone che più li rappresenta. In “Girotondo” un coro di bambini richiama tutti alle proprie responsabilità verso la guerra. “Nessuno- conclude una redattrice- è del tutto innocente”.

 

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