Il benessere delle mani in pasta
Torniamo a parlare di Recovery College, un’idea arrivata in Italia dal Regno Unito che si sta diffondendo sempre più nel nostro paese
🔊 Puntata 855
Abbiamo già dedicato alcune puntate a questa nuova strada verso la salute mentale: attraverso percorsi formativi di gruppo ciascuno di noi può essere “studente del proprio benessere”, e quindi maturare consapevolezza e svolgere in prima persona azioni concrete, utili nei singoli e diversi percorsi di vita di ciascuno. L’obiettivo è la salute del singolo e della comunità, fondata sulla valorizzazione delle opportunità sociali, culturali, relazionali.
Questa volta, dopo una breve rinfrescata al concetto di recovery con le parole del Direttore del Dipartimento Salute Mentale Azienda USL di Bologna Fabio Lucchi, vi proponiamo l’intervista a Gianpaolo Scarsato e Deborah Rancati, curatori dei corsi di Recovery della USL di Brescia, tra le prime in Italia a importare questo metodo da Nottingham.
Sono loro a spiegarci che tramite questi corsi possiamo “studiare quello che può farci stare bene, capire quelli che possono essere i nostri limiti, imparare le strategie che ci fanno stare meglio”.
A Brescia i corsi sono tutti gratuiti, aperti a tutti, utenti dei servizi di salute mentale e semplici cittadini, mentre i docenti sono esperti di professione e/o esperti per competenza.
Scarsato e Rancati l’8 maggio erano responsabili di uno dei workshop organizzati dalla Azienda USL di Bologna nella giornata dedicata al Recovery College, così come Giovanna Bubbico e la cuoca Ross, della cooperativa Eta Beta, che hanno proposto una “ricerca serendipica in cucina per il benessere”. Il laboratorio era descritto come un primo approccio alla preparazione di alimenti in modo ludico e sensoriale. Dalle loro parole abbiamo conosciuto il lavoro della cooperativa sociale che è specializzata in progetti orientati a offrire opportunità di socializzazione e inclusione sociale alle persone più fragili, utilizzando il lavoro come strumento essenziale per la dignità della persona, identificando percorsi socio-riabilitativi, di formazione e avviamento al lavoro.
I lavoratori possono scegliere tra le diverse attività quella che preferiscono, come dice Giovanna Bubbico “tante attività per riuscire ad individuare l’attività giusta per la persona”, vengono prodotti e venduti oggetti in legno, vetro e ceramica, si svolgono mansioni all’aperto, come quella del vivaio e dell’orto, non è da dimenticare però la parte della cucina della cooperativa.
Come ci dice Ross, lei è “quella che cucina”, insegna ai ragazzi a cucinare, dà loro una disciplina, delle basi, “la cucina poi si sa, unisce”. Le redattrici e i redattori di Psicoradio che hanno partecipato al workshop con le mani in pasta si sono sentiti bene e gratificati.