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FARSI MALE PER SENTIRSI VIVI

In questa puntata Psicoradio si occupa di autolesionismo

🔊 Puntata 386


FARSI MALE PER SENTIRSI VIVI

In questa puntata Psicoradio si occupa di autolesionismo intervistando una ragazza – che ha preferito rimanere anonima – che per diverso tempo ha sfogato la rabbia e la delusione sul suo corpo, facendosi del male.

“C’è stato un periodo in cui ferirsi era come un’equazione”, racconta, “ho sbagliato, quindi lo sbaglio porta ad un errore, io mi punisco azzero l’equazione e non ci saranno così conseguenze”.

Questa ragazza si punisce, per esempio, tagliandosi, ferendosi, sbattendo la testa contro il muro o dandosi una martellata sulle dita. E continua: “è come se ci fossero due me: c’è una parte che si piace, e poi c’è quell’altra che si detesta”.

La prima volta che ha parlato del suo disagio è stata con il parroco del  paese, che ha cercato di aiutarla. Spesso per lei farsi male e provare del dolore fisico era un modo per sentirsi viva. “L’unica soluzione a questa sofferenza io l’ho trovata nelle passioni, come  la politica.”

REMS: le trasformazioni hanno bisogno di tempo

Nella notte tra il 25 ed il 26 aprile un uomo di 60 anni è fuggito dalla  residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza di Bologna dove era ricoverato, struttura che da aprile 2015 sostituisce gli ospedali  psichiatrici giudiziari, che sono stati chiusi per legge.

Grazie all’intervento dei Carabinieri l’uomo è stato subito riaffidato alla residenza. Psicoradio ha chiesto a Francesco Maisto, presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna, che impatto ha questo episodio sull’opinione pubblica in termini di pericolosità sociale e sicurezza riguardo a queste nuove strutture.

“Tecnicamente non è un’evasione”, chiarisce subito Maisto, ”trattandosi di un ricoverato in misura di sicurezza si parla di allontanamento arbitrario, che comporta da una parte la necessità di riportare la persona nella REMS, e dall’altra un automatico cominciare da capo della misura di sicurezza”.

Secondo il dott. Maisto non è un evento da sottovalutare, ma nemmeno da enfatizzare, “siamo in una fase di trasformazione che come tutti i grand cambiamenti ha bisogno di tempo per stabilizzarsi”.

 

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