A PsicoSanremo le canzoni di Van De Sfroos
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Psicoradio intervista il cantautore “di contrabbando” Davide Van De Sfroos
“Sento forte il bisogno di dovermi confrontare con la realtà, quella che conosco che incontro, ma soprattutto quella che non conosco, su questo pianeta e non solo su questo”. Sono le parole di Davide Van De Sfroos, cantautore, musicista, ma anche poeta e scrittore.
Quest’anno partecipa al Festival di Sanremo con una canzone dal titolo Yanez, cantata in dialetto laghee ispirata ai racconti di Emilio Salgari. Un omaggio al grande scrittore, ma soprattutto a suo padre che di Salgari era grande appassionato. Molti dei personaggi che popolano le sue canzoni sono il frutto di un suo viaggio interiore, quasi mistico.
“Io non faccio altro che diventare il veicolo o la grondaia di tutto quello che scorre dentro di me, con la speranza che alle persone questo possa arrivare”.
Psicoradio l’ha scelto come protagonista del suo Psicosanremo 2011, per la grande sensibilità che ha sempre dimostrato dando voce ai più deboli, diversi, ma anche al lato oscuro che è dentro ognuno di noi. La redazione ha coinvolto Davide in un dialogo intenso, scavando nella sua musica e nel suo pensiero, un po’ come lui fa con la realtà. Tanto che alla fine dell’intervista il cantautore comasco si è sentito di ringraziare Psicoradio “perché mi permette di dire cose che spesso vengono tralasciate”.
Davide ha raccontato alla redazione dei suoi viaggi nei luoghi dimenticati o nascosti dalla gente “normale”, tra gli altri anche i manicomi che lui chiama “contenitori creati per rinchiudere quello che è imbarazzante e non produttivo”. Luoghi in cui si è trovato come un camminatore in bilico sul muro che divide disagio psichico e salute mentale, un muro “da cui è fin troppo facile cadere, da una parte e dall’altra”.
Nel suo viaggio, musicale e artistico, ma anche di vita Davide Van De Sfroos ha scelto di “dare voce ai personaggi scomodi, diversi, spesso inascoltati, di guardare l’ombra e non solo la luce che la proietta, perché queste ombre, dentro e fuori di noi, sono state per troppo tempo nascoste o dimenticate”.
Con le sue canzoni e le sue parole Davide pone a tutti una domanda: “il pazzo sono io che vedo queste cose che esistono o sono gli altri che fanno finta di non vederle?”