La guerra non viene più dichiarata: continua.
Poesie e canzoni contro la guerra
🔊 Puntata 875
Ora che orribili immagini di un’altra guerra giungono da Israele e dalla Striscia di Gaza, abbiamo deciso di riproporvi una puntata che avevamo preparato e mandato in onda un anno e mezzo fa, quando l’esercito russo invase l’Ucraina: parla un linguaggio universale, quello della poesia, che purtroppo è tragicamente adatto ad ogni guerra, in ogni epoca e luogo.
La guerra che verrà / Non è la prima / Prima ci sono state altre guerre. / Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. / Fra i vinti la povera gente faceva la fame. / Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.” (Bertolt Brecht – La guerra che verrà)
Psicoradio parla di guerra ma tralasciando per un po’ la rincorsa frenetica della cronaca, con le parole profonde della poesia. Iniziamo con quelle antichissime e rabbiose di Enheduanna, una sacerdotessa di Sumer, la terra che oggi è l’Iraq, che qualche migliaio di anni prima di Cristo racconta la guerra senza nessun fascino epico, eroico: Sei sangue che scorre giù da una montagna / Spirito di odio, avidità e rabbia
Anche Omero non nasconde gli aspetti più reali e dolorosi, quando nell’Iliade scrive di una guerra che distrugge “le anime dei grandi combattente” e “trasformò i loro corpi in carogne / feste per cani e uccelli”. E tante altre poesie. Da quelle note di Ungaretti, che sa bene di cosa scrive, perché, soldato semplice, ha tremato nelle trincee della prima guerra mondiale, a Ingeborg Bachmann, che racconta l’orrore quotidiano: “La guerra non viene più dichiarata, / prosegue. L’inaudito / è divenuto quotidiano”.”
Wislawa Szymborska, invece, con la sua “La fine e l’inizio” ricorda che le guerre, in realtà, non finiscono con la fine dei combattimenti- anche se ferite, perdite, lutti strazianti, distruzioni non sono più sotto gli occhi di tutti, perché, scrive “Tutte le telecamere sono già partite / per un’altra guerra.”. Perché, possiamo dire, quel dolore ha già smesso di far notizia. Tra una poesia e l’altra, le canzoni che hanno cercato modi diversi per parlarci dell’orrore, dell’assurdità della guerra.