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Storia della mia cura (terza parte)

La terza puntata della serie prodotta da Psicoradio nella quale vi abbiamo raccontato una lunga cura che è riuscita (anche) a far tacere cattive voci interiori

🔊 Puntata 859


Storia della mia cura (terza parte)
859 Storia della mia cura (terza parte)

L’immagine che ci ha accompagnato in tutte le puntate rappresenta una tazza da tè giapponese riparata secondo l’arte antica del Kintsukuroi, con lacca e oro, che trasforma le crepe in un prezioso disegno. Così, una ferita riparata con sapere e cura rende unico e irriproducibile l’oggetto.

A cura di
Lorenzo Albini
M. Cristina Lasagni
Mariangela Pierantozzi

Con “Storia della mia cura” vi abbiamo raccontato in tre puntate (+ 1) come è stato affrontato, durante molti anni, un disturbo psichico difficile e invadente. La vera novità è che a parlarne non c’è solo una persona esperta: in dialogo con la nostra direttrice Cristina Lasagni ci sono entrambi i protagonisti: Lorenzo, il “paziente” impaziente di guarire, e la sua dottoressa, Mariangela Pierantozzi, psichiatra e psicanalista – con molta pazienza!
Ma “Storia della mia cura” non è proprio finita qui! Gli ascoltatori e le ascoltatrici più appassionate potranno ascoltare anche una mini puntata extra, disponibile sul sito di Psicoradio a partire dalla prima settimana di luglio, che raccoglierà le risposte di Lorenzo e della dottoressa Pierantozzi a due domande che ci vengono fatte molto spesso.

“La dottoressa Pierantozzi mi ha fatto ascoltare qualche puntata. Non sapevo nulla di Psicoradio; però mi piacevano molto le tavole rotonde tra redattori. Mi sono detto ‘proviamo’. E mi ricordo ancora la prima riunione di redazione: affollata, un gran mal di testa”.
Così è iniziato il percorso di Lorenzo dentro la redazione di Psicoradio, un percorso che prosegue ancora dopo 9 anni (senza più mal di testa!). 
Nella terza puntata di “Storia della mia cura”, Lorenzo racconta come la lunga psicoterapia, ma anche Psicoradio, siano state molto importanti nel suo percorso di cura; la prima gli ha permesso di vedere le cose in maniera “reale” e non avere paura, la seconda invece gli ha dato la possibilità di sperimentarsi con un lavoro creativo, di appassionarsi a temi culturali, di frequentare molte persone e di riflettere su argomenti legati alla salutre mentale. Di vivere e crescere, insomma.

Secondo la dottoressa Pierantozzi, infatti, nella cura di patologie simili a quella di Lorenzo, l’aspetto sociale e la presenza costante della/del terapeuta divengono fondamentali. “Devi dedicare alla persona il tuo pensiero curante ” ci dice. E spiega come lei stessa abbia messo tutto questo in pratica con Lorenzo. Come? Ad esempio, condividendo momenti al di fuori delle sedute: bevendo qualche caffè al bar, e, in un’occasione, facendosi accompagnare in una città di mare dove avrebbe dovuto recarsi per lavoro.

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