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Raccontare (bene) lo star male

Una rassegna stampa su fatti di cronaca che hanno attirato la nostra attenzione

🔊 Puntata 804


Raccontare (bene) lo star male

“Uccide il padre e chiama i Carabinieri. Il giovane in cura al Centro Psicosociale, la vittima in preda alla depressione” (Il Giorno)
“Travolta dalla valanga del Male nel labirinto del diavolo” (La Stampa)


I due titoli, pubblicati a distanza di pochi giorni, si riferiscono rispettivamente a due casi di cronaca nera che hanno a che fare con la salute mentale. Si tratta dell’omicidio di un bancario di Sesto San Giovanni per mano del figlio diciannovenne e di Martina Patti, accusata di aver tolto la vita alla figlia di 5 anni. La puntata parte da una rassegna ragionata di questi pezzi, poiché uno degli obiettivi di Psicoradio è sempre stato quello di combattere l’idea che il disturbo psichico sia sempre così insondabile, misterioso ed imprevedibile, da non poter fare nulla per contrastare eventuali impulsi negativi . E da sempre Psicoradio combatte il pregiudizio (diffuso) della pericolosità innata delle persone con disturbi mentali. Un’idea che – purtroppo – emerge ancora troppo spesso tra le pagine dei giornali, e soprattutto nei titoli.

Lo psichiatra Claudio Mencacci, in una intervista al Corriere della Sera, dichiara che gli omicidi correlati a malattie mentali sono poco più del 5% del totale, e sottolinea l’importanza di coinvolgere le famiglie nelle terapie. Su questo tema la psicanalista Marina Valcarenghi ci disse – in una intervista a margine della presentazione del suo libro “Mamma non farmi male” – che chi sta soffrendo (le madri in quel caso) non va mai lasciato solo. E bisogna chiedere aiuto, confidarsi. Perché, per fare nostre le parole di Sarantis Thanopulos, presidente della Società psicoanalitica italiana, nella sua rubrica sul quotidiano Il Manifesto: “La pazzia è come un tumore psichico che ci può colpire tutti, quando si spersonalizzano i nostri rapporti di scambio”.

Però è più facile gridare alla pericolosità del malato psichico, che cercare cause della sofferenza, intervenire, non lasciare sole le persone. Gisella Trincas, presidente di UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale), commenta in questo senso il caso di cronaca che ha coinvolto l’amministrazione di Forlì, dove il sindaco Daniele Mezzacapo aveva annunciato l’intenzione del Comune di acquistare “bastoni estensibili” da aggiungere alla dotazione della Polizia Locale nell’esecuzione dei Trattamenti Sanitari Obbligatori. Trincas è stata una delle prime persone a denunciare la gravità di “questo preoccupante passo indietro”, insieme a 70 medici e psicologi che hanno scritto una lettera indirizzata all’amministrazione. La proposta non è andata avanti, ma la questione non è affatto chiusa, anzi, è il segnale di una situazione molto critica. Trincas sostiene che per combattere le discriminazioni e i pregiudizi così presenti nelle cronache, anche le cronache legate alla salute mentale dovrebbero affrontare il “grande rimosso”, ovvero “la storia pregressa: oggi non si parla di cosa può essere accaduto nella vita della persone, cosa possa averle portate a una condizione di sofferenza così importante” E anche chi dovrebbe curare – continua – troppo spesso si limita al sintomo e alla cura con l’intervento farmacologico”.

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