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CATTIVA

Uno spettacolo sull’artista Camille Claudel

🔊 Puntata 481


CATTIVA


La puntata della settimana è dedicata all’arte ed in particolare allo spettacolo “Cattiva”, incentrato sulla figura, la vita e la vicenda artistica della scultrice francese Camille Claudel, vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento: una donna così coraggiosa da sfidare le convenzioni della sua epoca ed il dolore di vivere una situazione tragica.
Silvia Cavalieri, Susanna Regazzi ed il musicista Enrico Simoniello, interpreti dello spettacolo, “un po’ a metà strada tra il concerto ed il recital, con figurazioni di danza”,  sono venuti negli studi di Psicoradio per parlare dell’artista, raccontare il loro lavoro e reinterpretare alcuni brani musicali di Edith Piaf, Francoise Hardy e Jacques Brel ed alcuni brani recitativi tratti dai diari di Camille Claudel.
Fin da ragazzina Camille Claudel voleva scolpire, tanto che il padre trasferisce tutta la famiglia a Parigi per farle seguire dei corsi di scultura privati. A quel tempo le donne non erano ammesse al corso di scultura dell’Accademia delle Belle Arti ma la Claudel riesce ad entrare nello studio del celebre scultore Auguste Rodin come allieva e sbozzatrice ed intreccia al contempo con lui una relazione sentimentale molto complicata. Diventa col passare del tempo talmente brava che Rodin la promuove ma a poco a poco si separa da lui. Da qui comincia la sua parabola discendente: il fratello Paul, convertitosi al cattolicesimo non vedeva di buon occhio la vita di Camille, ai suoi occhi troppo libera e peccaminosa, tanto che nel 1913, d’accordo con la madre, fa rinchiudere Camille, sempre più sola, povera e provata psicologicamente, in manicomio. Da lì non uscirà più, se non dopo la sua morte nel 1943.

Secondo Susanna Regazzi, che interpreta Camille da giovane “Ognuno deve essere libero di esprimersi. Mi ha fatta arrabbiare tutta questa storia ma penso che mi servirà ad essere più libera e a liberare altre persone.” “Credo che sia stata rifiutata perché ad un certo punto non era più presentabile, per aver sempre rifiutato i ruoli canonici della donna madre e sposa, che a quell’epoca erano ancora molto costringenti” racconta Silvia Cavalieri.

 

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