“Tra fine ‘700 e inizio ‘800 gli artisti più coraggiosi cominciano ad esprimere che c’è un mostro dentro di noi, che c’è qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile: è lì che comincia l’Arte moderna”
Psicoradio ha intervistato la prof. Silvia Evangelisti, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna, che è stata anche direttrice di Arte Fiera a Bologna per 10 anni. L’intervista affronta diversi temi, a partire dal mutamento fondamentale che l’arte ha subito tra fine Settecento e primi Ottocento, entrando nella modernità.
Dalla tendenza alla mimesi, alla fine dell’Ottocento, si passa a qualcosa di ancor differente: “Cosa distingue l’Arte dalla realtà? Questa diventa la domanda fondamentale della contemporaneità”.
Evangelisti racconta come l’ingresso definitivo della realtà nell’opera d’arte abbia sancito la fine della Storia dell’arte come era conosciuta in passato entrando in un’epoca in cui è la collettività a decidere se un’opera d’ arte è tale: un fatto che però ha regalato un grande potere al mercato e ha creato un ulteriore metro basato sul valore economico.