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LA DONNA CHE VIDE IL FUTURO E APRÌ LE PORTE: LELLA BOILINI

La storia della chiusura del ‘’manicomio’’ di S. Giovanni in Persiceto

🔊 Puntata 370


LA DONNA CHE VIDE IL FUTURO E APRÌ LE PORTE: LELLA BOILINI

“Quando Lella Boilini arrivò nel 1973 all’ospedale psichiatrico di San Giovanni in Persiceto, non andò a vedere le condizioni di vita degli ospiti del manicomio, perché sapeva già cosa fare: la struttura doveva essere chiusa e gli ospiti ricollocati all’interno del loro tessuto sociale di riferimento.” In ottobre, a S. Giovanni in Persiceto (Bologna) è stata conferita la cittadinanza onoraria alla sociologa Gabriella Boilini ed è stato presentato “ Quando le porte si sono aperte”.

Il libro racconta come è stata smantellata giorno dopo giorno quella che è stata per molto tempo“ la maggior attività economica del paese”, “l’ospedale-ricovero”, il “manicomio” del paese. Gabriella Boilini, con l’aiuto di infermieri, collaboratori, sindacalisti e medici riuscì, in anticipo di 5 anni rispetto alla legge 180, (legge Basaglia) a realizzare il suo progetto. Appena arrivata nell’ospedale, la sociologa volle conoscere la storia di tutti i pazienti; poi iniziò un lungo percorso per cercare di reinserirli nella realtà di S.Giovanni in Persiceto o nei loro ambienti di provenienza. Per realizzare tutto ciò Lella Boilini viaggiò a Cagliari, Nuoro, Novara, La Spezia… Questo modo di affrontare il tema della sanità mentale innescò nella zona del persicetano un processo che portò alla realizzazione di appartamenti protetti, servizi domiciliari e altre iniziative di welfare. Qualche paziente torno’ in famiglia, altri andarono a vivere in gruppi appartamento o in strutture protette, altri ancora in case di riposo… Grazie alle persone che vivono il lavoro con passione, oltre che con competenza, è stato possibile restituire ai pazienti un po’ di libertà e dignità, valori che per molti anni erano stati solo un miraggio.

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