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“Le ultime settimane di vita mio fratello le ha passate legato a un letto. Mi gridava ‘prendi le forbici e liberami! Perché non lo fai? Sei un coniglio!’
E io mi vergogno di non essere andato lì ogni giorno a chiedere ai responsabili: ‘Ma è proprio necessario fare questo?“
Nel suo ultimo libro “Abbassa il cielo e scendi” Giorgio Boatti, giornalista e scrittore, racconta il rapporto col fratello Bruno, a cui era stata diagnosticata una schizofrenia.
In questa puntata lo scrittore racconta a Psicoradio con grande sincerità molti momenti di questa lunga relazione, anche quelli forse per lui più difficili da ricordare e raccontare. Per esempio, la sua incapacità di intervenire per cercare di evitare al fratello lunghi periodi di contenzione.
Attraverso questa narrazione Boatti vuole restituire senso alla vita di Bruno: “Pur essendo costruita su un’esperienza che è fatta di molto dolore, di molte ferite, di molte sventure, non vuol essere una storia che si arrende, non vuol essere solo una storia di una malattia; è una storia di una vita che nonostante tutto è stata piena”.
“Non sapevo, non immaginavo cosa significasse davvero essere fratelli. Lo eravamo per l’anagrafe, lo eravamo perché eravamo figli degli stessi genitori, ma diventare fratelli è stato un cammino estremamente lungo e secondo me lo siamo diventati solamente nell’ultimissima fase della vita di Bruno”.