C’è bisogno di un incontro
Un’intervista allo psichiatra Peppe Dell’Acqua a partire dall’omicidio di Barbara Capovani
🔊 Puntata 852

852 C’è bisogno di un incontro

Continuiamo a riflettere sull’omicidio della psichiatra Barbara Capovani e sulla possibilità di ridurre il rischio di situazioni così tragiche; lo facciamo con lo psichiatra Peppe dell’Acqua, un amico di Psicoradio che ha lavorato negli anni 70 con Basaglia, a Trieste partecipando al processo che ha portato alla chiusura dei manicomi.  

Le prime parole di Peppe Dell’Acqua testimoniano il suo sgomento e dolore per la morte della psichiatra, ma anche la sua vicinanza a chi oggi lavora nei centri di salute mentale, dove, dice, è così difficile trovare “spazio per l’incontro con l’altro”
“La morte di Barbara mi ha fatto pensare a quali sono le passioni, le fatiche, le sopportazioni dei giovani colleghi nell’affrontare questo lavoro. Un lavoro meraviglioso, che ricompenserebbe molto il nostro impegno ma che nel corso degli ultimi 20 anni rende faticoso l’esserci, rende faticoso lo stare in qualsiasi luogo insieme all’altro. L’esserci e il comprendere l’altro diventa sempre più difficile.

Come si fa a evitare quello che è successo? “Il rischio può essere ridotto al massimo, sempre che le amministrazioni regionali, le accademie, le risorse vengano ripensate. Ci sono servizi che potrebbero funzionare bene con 10 persone ma riescono a stare appena appena in piedi, e quindi male, con 3 o 4 persone”.
Dell’Acqua continua a ragionare sullo stato dei servizi di salute mentale oggi. “Ci sono giovani che, appena formati dalle accademie, vengono catapultati nei servizi di Diagnosi e Cura, con una formazione solo teorica; non hanno mai avuto la possibilità di cogliere il senso del rapporto e dell’incontro con l’altro, del lavoro nel territorio, nei centri di salute mentale”.

Dopo la nostra lunga chiacchierata con Peppe dall’Acqua, vogliamo darvi un consiglio di lettura ricordando uno dei suoi libri, che è stato molto letto dai famigliari di persone con disturbi psichici, e che vale la pena di tornare a leggere: “Fuori come va? Famiglia e persone con schizofrenia – Manuale per un uso ottimistico delle cure e dei sevizi”. Si tratta di un libro prezioso, perché evita le astrazioni e offre aiuto, per mezzo di consigli, alle famiglie in cui c’è una persona che sta male.