
“La musica artistica appartiene al mondo della luce mentre la realtà del suono appartiene al mondo del sogno”. A partire da questa significativa citazione dell’etnologo e musicologo Marius Schneider, l’artista Emiliano Battistini ha raccontato ai microfoni di Psicoradio ciò che l’ha spinto a realizzare tracce sonore basandosi sulla teoria della psicoanalisi di Freud.
Battistini è musicista, artista sonoro e ricercatore. Laureato in semiotica all’Università di Bologna, dal 2011 lavora nel campo del paesaggio sonoro. Durante l’intervista, ci ha spiegato il metodo utilizzato e le motivazioni che lo hanno portato a comporre i suoi Dreamscapes, che potremmo tradurre come “paesaggi sonori da sogno”, una serie di brani prodotti basandosi sull’archivio di registrazioni sonore ambientali che lui stesso effettua ed ottiene sul campo, i cosiddetti “field recordings”. Il nostro ospite ci ha raccontato come trasforma i paesaggi sonori del suo archivio in paesaggi onirici partendo dalle teorie di Sigmund Freud sul sogno, visto come una manifestazione di un desiderio latente inesprimibile, attraverso processi di condensazione, ovvero l’unione delle immagini personali del passato più antiche con immagini più recenti, e di traslazione, cioè di “spostamento” della carica emotiva da un oggetto ad un altro.
Per fare ciò utilizza microfoni un po’ “particolari”: ad esempio l’idrofono, un microfono costruito per raccogliere il suono direttamente dentro l’acqua, che pone sotto la battigia rendendo possibile l’ascolto delle onde del mare che attraversano i granelli di sabbia o un microfono a contatto che viene applicato al guardrail di una strada e così via. “Tutti i suoni che ho sentito nei tuoi brani li riconoscevo come suoni che ho già sentito nel mio passato però non riuscivo mai con precisione ad individuarli e quando il mio cervello non riusciva a riconoscere il suono lo inventava, creava un immaginario”, racconta un redattore di Psicoradio a Battistini dopo aver ascoltato alcune tracce di Dreamscapes. L’intento dell’autore è proprio quello di sottoporre dei suoni agli ascoltatori per farne apprezzare la musicalità e stimolare nuove interpretazioni.
L’artista ci ha parlato del suo lavoro sul paesaggio sonoro e di come si possano scoprire moltissime cose sull’ambiente che ci circonda. Ad esempio, registrando i rumori di una foresta, come fanno i bioacustici, se ne può verificare il livello di biodiversità in base alla quantità di richiami e versi degli animali che la popolano. Questa intervista ci invita ad ascoltare con maggiore attenzione l’ambiente circostante, i cui suoni, così come i colori e le forme, vanno a popolare i nostri sogni e danno forma ai nostri desideri.