
“Il Pride serve sempre e servirà sempre perché le persone devono avere visibilità. E anche dopo il Pride non ci si deve dimenticare di loro”.
Pamela, drag queen
Sabato 25 giugno il Pride è arrivato a Bologna: manifestazione pubblica che celebra il rispetto e l’accettazione di tutti gli orientamenti sessuali e identità di genere, che tuttora vengono raramente riconosciuti e rispettati. L’evento, nonostante venga considerato “festoso”, nasconde in realtà storie di sofferenza, stereotipi e discriminazione. Anche per questo Psicoradio ha voluto partecipare, e ha raccolto esperienze e pensieri dei e delle partecipanti sul ruolo che questa iniziativa ricopre nel processo di accettazione e rispetto della comunità LGBT+ da parte della società.
“È considerato normale vedere un uomo e una donna che si baciano, eppure tante persone non considerano normale vedere due donne o due uomini baciarsi. Quindi è importante farsi vedere. Serve proprio a dimostrare che la nostra è una realtà che esiste, che deve esistere e che è normale che esista”, racconta una delle ragazze intervistate.
Nella puntata è Maya De Leo, docente di Storia dell’omosessualità all’Università di Torino, a ripercorrere le origini del Pride e gli obiettivi comuni a tutte le persone che partecipano alla manifestazione. “Quando celebriamo il Pride – spiega – celebriamo la visibilità, lo stare in strada nella propria non conformità di genere e nella propria non eterosessualità. Quello che si cerca è proprio l’impatto.”