
“Nella vita (…) ho avuto molti momenti di buio (…) e ho passato molto tempo a non sprofondare. Penso che le persone che conoscono il baratro, che l’hanno costeggiato, che ci sono cadute dentro, abbiano dentro di loro la capacità d’individuarlo.”
Abbiamo incontrato Nadia Terranova, scrittrice di romanzi in cui i protagonisti incontrano il dolore, ma hanno le risorse per superarlo; e sono traumi in cui spesso i lettori ritrovano le proprie sofferenze. Nata a Messina nel 1978, vive e lavora a Roma, dove si è trasferita dopo la laurea in Filosofia e il dottorato.
Dopo “Gli anni al contrario”, il secondo libro, “Addio ai fantasmi” è stato candidato al Premio Strega 2020; è il racconto della scomparsa di un padre e di una parola difficile da pronunciare … “depressione”. Tutto è visto attraverso gli occhi della figlia, che deve ricostruire un mondo nel quale è stata lasciata sola con sua madre.
Nadia Terranova ha scritto anche molti libri per ragazzi. Nell’ultimo, “Il segreto”, di nuovo la protagonista affronta la scomparsa dei genitori, ma incontra anche l’amicizia e l’amore. “La mia personale lezione di vita è che tutto quello che puoi fare, mentre maneggi il dolore per lenirlo, è una forma di conversione. Non ce ne sono altre” ci dice Terranova. E continua: “ho fatto tanta psicoanalisi (…) quello è veramente un modo per trovare parole e anche per trovare la propria vita, in un modo meno parziale che esserne schiacciati dentro può fare”. L’ultimo suo romanzo è “Trema la notte”, il racconto di un trauma collettivo, il terremoto del 1908 a Messina, coi dolori personali, ma anche rinascite e capacità di superare le difficoltà con la condivisione e l’empatia. Ci confida la Terranova: “nonostante io sia una persona molto orgogliosa e abbia un’interiorità profondamente solitaria, devo dire che aver imparato a chiedere aiuto è stata una delle più grandi conquiste della mia vita”.