Re Salomone possedeva un anello magico, grazie a cui poteva parlare con gli animali. La leggenda narra che il demone Sahr glielo rubò e lo gettò nel mare, dove un pesce lo inghiottī. Da quel giorno la comunicazione tra umani e animali si ammutolì.
Psicoradio che, di comunicazione e “diversitá” si occupa da sempre e’ andata alla ricerca del salomonico anello intervistando l’etologo Roberto Marchesini, la presidente di Link-Italia Francesca Sorcinelli e la zoopsichiatra Giulia Bompadre, per capire meglio chi sono gli animali e analizzarli nel loro rapporto con l’uomo.
“Tutte le forme di emarginazione si basano sul giustificazionismo della schiavitù e dello sfruttamento. Gli animali sono sempre stati l’archetipo di ogni forma di discriminazione- dichiara ai microfoni di Psicoradio Roberto Marchesini, etologo e presidente “SIUA, Scuola Interazione uomo/animale”.
Parla di antispecismo, il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone alla convinzione che la specie umana sia superiore alle altre e pertanto possa sfruttare, abusare e uccidere le altre.
“Gli animali soffrono delle stesse patologie degli umani: depressione, ansia, disturbo della personalità”, prosegue Giulia Bompadre, zoopsichiatria, “all’origine spesso un rapporto scorretto da parte dei padroni”.
L’educatrice Francesca Sorcinelli, presidente di Link-Italia, associazione che studia la correlazione tra il maltrattamento sugli animali e la violenza sulle persone, ci parla di alcuni studi sul tema.
Gli psicoredattori sono poi andati alla ricerca dell’anello di Salomone anche attraverso l’arte. Sono arrivati a ” Il carnevale degli animali” di Camille Saint-Saëns, un compositore, pianista e organista francese che attraverso le note ha dato vita e corpo a tartarughe, elefanti , polli, e altri animali.
La puntata prosegue con Vanes che racconta il film “Sotto la pelle”di Jonathan Glazer (2013), in cui una razza aliena approdata sulla terra sottomette gli uomini trattandoli come bestie. Seguono i racconti di Lorenzo e Isaac con i ricordi sui loro animali, e poi una storia: quella di Marco, il cavallo che trasportava la biancheria e l’immondizia al manicomio di Trieste, salvato nel 1972 dalla macellazione grazie all’intervento dei pazienti psichiatrici. Fu la prima volta che le istituzioni diedero ascolto a dei ” matti” aprendo una breccia nel muro dell’istituzione manicomiale che da li a poco sarebbe crollato grazie alla legge 180.