“Ottimo, oggi non siamo morti! Lo considero un successo senza paragoni!”
(La Paura)
“Volevo parlare di quel momento difficile in cui l’innocenza dell’infanzia finisce e ci si ritrova nel mondo degli adulti senza ancora sapere bene come funziona. Quando l’infanzia finisce si prova una sensazione dolce e amara al tempo stesso. È questa l’atmosfera del film” , il regista Pete Docter.
I redattori di Psicoradio hanno visto “Inside Out”, il film d’animazione della Disney Pixar che in poco più di tre settimane ha incassato oltre 22 milioni di euro solo nel nostro paese. Inside out ci conduce in uno straordinario viaggio nel luogo più sorprendente di tutti: la mente umana. Nel film vengono prese in considerazione cinque emozioni, personaggi colorati che guidano una bambina, Reley: La Gioia (gialla), La Tristezza (blu), Il Disgusto (verde), La Paura (viola) e La Rabbia(rosso).
Queste emozioni guideranno come in un videogioco Reley lungo l’arco della sua adolescenza. Nella discussione dopo il film, i redattori sono rimasti soprattutto colpiti dal fatto che all’inizio del film La Tristezza giochi un ruolo secondario, emarginata dalle altre emozioni: La Gioia, per esempio, chiude Tristezza in un cerchio che non dovrà oltrepassare.
Per Brenda la tristezza è un’emozione che non doveva essere messa in disparte, perché e sempre presente, anche da piccoli; secondo Lorenzo invece il ruolo della tristezza in questo film è lo specchio della società che ti vuole sempre allegro ed è pronta ad emarginarti se non lo sei.
Ma sarà proprio la tristezza a prendersi la sua rivincita nel finale, facendo ricordare a Reley un momento difficile, e aiutandola a superarlo proprio attraverso la malinconia. Una scelta degli autori che secondo Katia è il senso profondo del film: “Nella vita non ci sono dei bei momenti se prima non se ne passano dei brutti e li si supera”.
Un’emozione, la paura, in particolare rispetto alla pericolosità delle persone che soffrono di un disturbo psichico, è anche il tema di un approfondimento di Psicoradio, con interventi tra gli altri di Angelo Fioritti (direttore sanitario Ausl Bologna) e Julian Leff (professore dell’Institute of Psychiatry of London)