LA PSICOBIENNALE
Intervista a Massimiliano Gioni, curatore della 55° Biennale d’arte di Venezia:
🔊 Puntata 304



“L’artista è colui che vede e che espande il territorio del nostro sguardo: guardando dentro di sé o guardando altrove”

 

Sogni, visioni, immagini interiori.
Quest’anno la Biennale d’arte (che prosegue fino al 24 novembre), dal titolo “Il palazzo Enciclopedico,” si apre con l’opera di uno psicoanalista. E’ il “Libro Rosso” di Jung, il diario illustrato a cui lo psicoanalista ha lavorato segretamente per 13 anni, dipingendo e raccontando le sue  visioni, allucinazioni, sogni, che Jung cercava di porre in relazione con le strutture psichiche collettive.

 

 

 

Poi la mostra prosegue in modo del tutto insolito, perché mescola opere di artisti “professionisti”, pienamente inseriti nel mercato dell’arte, con altre opere, che nascono da ossessioni, necessità, percorsi psichici e biografici, create da persone che speso nella vita hanno fatto tutt’altro, a volte addirittura hanno tenuto nascosto le loro opere. E nella mostra ci sono anche  bandiere,  ex voto, creazioni che escono da carceri,  manicomi… Tutte insieme, senza gerarchie, con pari dignità.

Abbiamo intervistato il curatore della mostra, Massimiliano Gioni, direttore della Fondazione Trussardi e co-direttore del New Museum di NewYork, perchè ci parli sulla sua mostra che è una riflessione sui processi creativi, sul sistema dell’arte, ma anche sui processi di inclusione ed esclusione, non solo nell’arte:

 

“C’è chi ha criticato questa biennale dicendo che non era abbastanza politica…invece io dico che è anche una riflessione sui processi di inclusione ed esclusione. Chi decide chi è dentro e chi è fuori?
 (…) Con questa biennale voglio dimostrare che tutti sono uguali nel cercare di dare un senso al mondo, di trasformare le immagini in strumenti per conoscere se stessi ed il mondo, e comunicare con altri esseri umani. Questa è la magia dell’arte e la può fare chiunque”.