
Una puntata in due parti: nella prima Psicoradio ricorda Alda Merini: una sua poesia aveva aperto la prima trasmissione, nel 2006. Oggi una biografia radiofonica intreccia poesie, pagine del diario e nostri ricordi di un incontro con lei a Mantova, nel 2008.
Nella seconda parte, la redazione prova a rovesciare lo stereotipo secondo cui chi ha una sofferenza psichica è sempre triste.
Io vorrei, superato ogni timore
“Io vorrei, superato ogni tremore giungere alla bellezza che mi incalza”
“Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare una esequie al passato”
Non è intenzione di Psicoradio giudicare la poesia di Merini; certamente alla redazione piace la donna: irriducibile alla miseria del manicomio, viva e desiderante anche nei momenti di solitudine e povertà, con il coraggio di parlare di quel bisogno d’amore che è il vero tabù di questa epoca consumista di sesso.
Indovina chi è il matto allegro?
Può avere momenti di felicità un paziente psichiatrico?
Le voci che nella trasmissione raccontano cosa fanno per essere felici, appartengono a pazienti psichiatrici e a persone “senza diagnosi”. L’ascoltatore viene sfidato a capire, a distinguere le felicità degli uni rispetto a quelle degli altri.
Giocare a calcio per distrarsi dai problemi. Disegnare ore e ore per dare voce alle emozioni che si hanno dentro. Suonare la chitarra per passione. Leggere un buon libro sul divano. Cucinare per le persone cui si vuole bene. Un bicchiere di vino in compagnia. Svuotare la mente praticando una danza indiana. Passare del tempo con il proprio partner: la ricerca dei momenti felici accomuna tutti.